sabato 18 agosto 2007

E' arrivato E.

Chiamo la mia amica Oro al telefono, ma è spento. Qulacosa mi dice che è arrivato il momento. Dopo un'ora mi scrive che è nato E. La chiamo subito e ci troviamo a piangere di gioia al cellulare. Sarà un anno che non la vedo. Da quando è tornata a vivere nella sua città, ci sentiamo per e-mail o telefono. Ma il tempo dei sogni l'abbiamo per lo più vissuto insieme condividendo risate, arrabbiature, vittorie e sconfitte, deliri vari di quei quattro anni di dottorato. Non solo la vita professionale, ma anche quella privata. L'amicizia che mi legava a lei e alle "girls", ha fatto spesso la differenza in un ambiente di lavoro non sempre amichevole.
La sua forza d'animo, la sua maturità mi hanno sempre affascinato. Avrei voluto assorbire qualcosa di questo suo modo di essere. Io, sempre così mutevole, sempre così preoccupata per tutto, con questo senso di fragilità da portare a spasso. Non mi basterebbe una vita per essere così stabile.
Una sera mi disse che le sarebbe piaciuto essere razionale come me. E' stata la prima volta che ho preso coscienza di esserlo, con questa abitudine di dover sempre spaccare il capello in quattro, fino quasi a farmi impazzire, senza riuscire a spegnere il cervello.
Lei, così introversa ed ermetica, stamattina mi ha regalato un inaspettato momento di intimità.
Un momento davvero prezioso.

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